Qualcosa in Più – Capitolo 2: L’Ordine Simbolico occidentale è in terapia intensiva

Pubblicato su wecareagainstcovid19 il 8 Aprile 2020

L’Ordine Simbolico occidentale sta cadendo, inciampato in una mascherina che non c’è.

A ben vedere i segnali di un progressivo logorio ci sono da anni. Ogni organismo ovviamente, sia esso biologico oppure simbolico, cerca di sopravvivere mettendo in atto tutte le risorse possibili prima di soccombere. La domanda è la seguente: l’Ordine Simboliconel quale siamo nati e cresciuti sta morendo? Oppure guarirà da questa infezione?

Che la catastrofe epidemica si traduca per tutti gli esseri umani in una catastrofe psicologica è un’idea ingenua, per certi versi psicotica, che manca di considerarevari aspetti della questione tra i quali la non coincidenza tra il mondo psicologico interno e il mondo esterno.

Qualcuno forse ancora non sa, non crede, non considera, non accetta o dimentica cheil mondo interno umano è governato da leggi e regolamenti primitivi, innati e immutabili il cui ordine non necessariamente coincide con l’ordine simbolico esterno, contemporaneo, accidentale e volubile.

Chi ha preso contatto con questa non coincidenza ha trovato di fronte a sé il Virus Covid-19, oggetto oscuro sicuramente destabilizzante, per alcuni terrorizzante e non voluto ma, anche e soprattutto,un oggetto poderoso che reclama a gran voce un significato.

Ad ora sembra prevalgano due principali significati che si sono fatti strada nella collettività e, in quanto significati viscerali e di ricerca della verità, si rifanno entrambi a delle narrazioni di tipo “mitologico”. 

Una prima narrazione sembra essere unavisione del virus come Catarsi: la contingenza pandemica ha un valore in qualche modo salvifico, o almeno di profondo cambiamento antropologico, tale per cui l’essere umano, messo spalle al muro, finalmente modificherà il proprio modo di stare al mondo. In forme più o meno intense, è la fantasia che ci viene sollecitata da alcune notizie e osservazioni: gli animali che riprendono il loro spazio, l’aria che diventa più pulita, i piccoli distributori alimentari che sono preferibili alle grandi catene; ma anchela globalizzazione foriera di libera circolazione di virus, oltre che di merci e persone, o lo sfruttamento animale che si ritorce contro la salute dell’uomo. Insomma, in questa versione del mito, il virus ci costringerà ad un cambiamento, con sottesa una spinta di redenzione.

Una seconda versione, invece, è quella della mitologia del virus come Apocalisse. Gli elementi di positivo cambiamento antropologico lasciano il posto a una lettura di ciò che sta succedendo come fallimento definitivo dei sistemi sociali, economici e politici su cui ci siamo organizzati negli ultimi decenni, se non addirittura negli ultimi secoli. Sembra stagliarsi sullo sfondo una sorta di sfacelo, di smembramento del tessuto sociale e dei significanti ideologici più radicali, a cui può seguire solo una sorta di fine del mondo, invero la fine del mondo per come lo conosciamo.

Ci sono, infine, delle persone che si sottraggono alle narrazioni mitologiche divenendo il potenziale “virus simbolico” che infetta l’Ordine Costituito. Queste persone, appena riescono a distaccarsi un po’ dalla tristezza legata alle sofferenze e alle pene di chi sta subendo in prima persona gli insulti dell’epidemia, iniziano a sentirsi bene! Si stanno accorgendo di stare meglio (o molto meglio) di prima.  

Quello che sappiamo è che queste persone non sono affatto poche e sono oggi ancora per lo più intimorite da uno stato d’animo così dissonante da quello che riecheggia intorno quotidianamente.

In “Matrix”, film hollywoodiano del 1999 di Lana e Lilly Wachowski, c’é la IEM, un’arma che serve per salvare, in extremis, la nave Nabucodonosor dalla distruzione. La IEM consiste nell’elettrificare tutto il sistema provocando la distruzione di ogni circuito elettrico nell’onda d’urto. Ora, è vero che quest’onda disattiva le “sentinelle”, i nemici tentacolari demolitori ma, contemporaneamente, distruggere il funzionamento della nave stessa. Interminabili attimi di silenzio nei quali è tutto spento, fermo, disattivato, in una calma apparente. E poi? E poi, sopravvissuti, si riparte da capo, con una consapevolezza differente, senza tuttavia avere nessuno strumento per comprendere cosa succederà.

Allo stesso modo, noi cittadini globali, prima funzionavamo in un certo modo, poi siamo stati messi sotto shock ed ora siamo fermi, nell’assordante silenzio dei simboli, tutti insieme. Cosa succederà quando si cercherà di far ripartire la nave? Non lo sappiamo, sarebbe ingenuo fare profezie. Quello che forse oggi è già chiaro, come dice l’Oracolo di Matrix al protagonista, è che sarà soprattutto una questione di consapevolezza e di scelte individuali.

Curato da:

Dott. Paolo Giovannelli, Dott.ssa Anna Giulia Curti e tutta l’Equipe di We Care Psichiatria

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